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Wednesday, April 05, 2006

Un vaccino per prevenire le ricadute nei pazienti gia' curati per un tumore alla prostata:


e' l'obiettivo che sta cercando di realizzare (anche se per ora solo in laboratorio) l'equipe di Alessandro Terzani, direttore della clinica urologica all'Universita' di Torino.Terzani, che ha comunque mantenuto un certo riserbo sui dettagli del vaccino, ne ha spiegato il principio di base oggi a Milano, nell'ambito della presentazione del Meeting Internazionale sul cancro prostatico.In Italia il tumore alla prostata colpisce il 30% degli uomini con piu' di 50 anni; e' il tumore piu' diagnosticato nei maschi occidentali (secondo per incidenza solo a quello del polmone), tanto che si verificano circa 21.000 nuovi casi e 7.000 morti ogni anno.''Le tecniche attualmente impiegate nella terapia del cancro alla prostata e che costituiscono gli interventi ottimali per il malato - hanno spiegato gli esperti - sono l' asportazione chirurgica e la radioterapia . A volte pero' e' possibile che dopo l'intervento ci sia una ricaduta, e che il tumore ricompaia. Per capire se c'e' un rischio di ricadute, e' sufficiente controllare con un esame del sangue la quantita' di una proteina nota come PSA: la ricomparsa del tumore infatti e' associata a livelli di PSA piu' alti del normale''.Ed e' proprio nella fase successiva all'intervento, ma precedente alla eventuale ricaduta, che i ricercatori di Torino vogliono intervenire con il loro vaccino: ''Lo scopo sarebbe quello di utilizzare un particolare antigene per bloccare il tumore e con esso l'aumento dei marcatori come il PSA - ha spiegato Terzani -, che indicano che la malattia sta progredendo''.Ma come puo' avvenire il blocco della progressione tumorale? Questo vaccino - ha continuato Terzani - consiste nel prelevare dal sangue del paziente alcune cellule staminali, che verranno 'addestrate' in laboratorio a riconoscere particolari proteine tipiche del tumore. Le cellule cosi' modificate verrebbero re-iniettate nel paziente, dove dovrebbero essere in grado di uccidere le cellule tumorali residue e prevenire cosi' il rischio di ricadute.L'uso del condizionale pero' e' d'obbligo, visto che per ora i test relativi a questo vaccino sono stati effettuati solo su cellule tumorali coltivate in laboratorio. E ci vorra' ancora del tempo prima che inizi la sperimentazione di questo vaccino sull'uomo. Anche se, per il professor Terzani, questo passaggio avverra' ''presto''.
Cavoli, cavolfiori, broccoli e crescione armi commestibili contro il tumore alla prostata. A confermare le virtu preventive degli ortaggi appartenenti alla famiglia delle crucifere e uno studio Usa condotto da un gruppo di scienziati dellUniversity of Pittsburgh Cancer Institute, presentato oggi al meeting dellAmerican Association for Cancer Research in corso a Washington.La ricerca - coordinata dal farmacologo e urologo Shivendra Singh - ha indagato gli effetti di queste verdure su topi trapiantati con cellule di carcinoma prostatico umano, facendo luce sui meccanismi grazie ai quali le crucifere contrastano il tumore. Se linfluenza della dieta sul rischio di cancro era nota - spiega infatti lo specialista - ancora non si sapeva il perche dellazione scudo di broccoli e simili. Singh e colleghi hanno analizzato composti fitochimici chiamati isotiocianati (Itc), che si liberano nelle crucifere quando vengono tagliate o masticate. In particolare, lequipe statunitense ha scoperto che il fenetil-Itc (Peitc) - a concentrazioni ottenibili attraverso una normale alimentazione ricca di questi ortaggi - e altamente efficace nel sopprimere la crescita delle cellule umane di cancro alla prostata, spingendo il tumore al suicidio (apoptosi o morte cellulare programmata). Dopo aver indotto la malattia umana in topi di laboratorio, gli studiosi hanno osservato come, negli animali che per 31 giorni avevano assunto piccole dosi quotidiane di Peitc, il volume della neoplasia si fosse quasi dimezzato rispetto a quello dei roditori controllo. Non solo. Nei topi trattati con Peitc, sembra giocare un ruolo molto importante una proteinia pre-apoptotica detta Bax. Il prossimo passo - conclude Singh - sara disegnare trial clinici per confermare leffetto del Peitc nel prevenire il cancro alla prostata nelluomo.

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